lunedì 16 dicembre 2013

#COMUNICATO STAMPA - Noi del Presidio di Modena Nord



Ci chiamano forconi. Ci chiamano fascisti. Ci chiamano criminali.
Niente di tutto questo. Noi siamo Italiani. Italiani amanti della famiglia, del proprio lavoro (chi ce l'ha), del proprio paese. E della propria dignità. Come tutti voi.
Ognuno di noi si è messo in quest'impresa perché è stanco. Stanco della crisi. Stanco delle difficoltà. Stanco di una classe politica che, magari anche in buona fede (ce n'è), non si accorge che certi tempi sono finiti e che determinate licenze non sono più ammissibili. Siamo nel mezzo di un Qualcosa che da qui a vent'anni sarà descritto nei libri di Storia, lo capite tutti, un Qualcosa che potrebbe finire in Nulla o magari regalarci delle soddisfazioni che nemmeno immaginiamo, al momento non ci è dato saperlo. Siamo diversi gli uni dagli altri, siamo di sinistra, di centro e di destra, o magari non votiamo nessuno e schifiamo tutti, siamo religiosi e atei, distratti o indifferenti, siamo studenti, disoccupati, casalinghe, piccoli imprenditori, precari, padri e madri di famiglia, c'è chi si affaccia per la prima volta alla "politica" e chi sta ormai per entrare nella mezz'età o è già ben oltre ... Ma amiamo tutti l'Italia, tutti adoriamo il Tricolore, tutti cantiamo l'Inno. Con orgoglio. Con passione. Magari anche con le lacrime agli occhi.
Qui a Modena nord regaliamo fette di panettone e baci (metaforici) agli automobilisti e ai poliziotti, gli parliamo serenamente, cerchiamo di tenere pulito per quanto si può il presidio, facendo pure la raccolta differenziata. Nascono magari amori, si diventa tutti amici, solidali gli uni con gli altri, e la gente per prima si ferma e ci ringrazia. E se facciamo rallentare gli automobilisti per dargli un volantino, o per esporgli le nostre ragioni, accettano ben volentieri, sopportano pazienti, sanno che anche per loro facciamo tutto questo: non è il massimo della vita stare ore e ore alla nebbia e al freddo in mezzo agli smog del traffico di uno dei caselli più importanti d'Italia, e pensate anche a quelli che, autentici eroi, stanno passando le notti dentro la tenda... Vogliamo che le cose cambino, che si ridia voce alla gente comune, che la politica ritorni alla sua funzione di servizio e la smetta di rinchiudersi nella sua algida torre d'avorio, autoreferenziale e lontana dalla realtà, prona ad un'Europa in cui non ci riconosciamo e che ha perso la sua originaria impostazione ideale per divenire un'oscura entità contabile che come un macigno grava sulle nostre teste.
Non chiamateci forconi. Indossiamo tutti un giubbino fosforescente, di quelli da usare in autostrada, e portiamo con noi il Tricolore, addosso e nel cuore. Chiamateci "colorati", allora, perché la nostra azione è gioiosa, non piena di rabbia; decisa, non furiosa; secondo le regole, non sovversiva; alla luce del sole, non nascosta come chi sta cercando invece di farci del male. E' un patrimonio immenso, tutto questo, e non vogliamo sprecarlo con le polemiche spicciole che ognuno di noi, per le più buone ragioni di questo mondo, potrebbe fare, o con la violenza, o con i danneggiamenti: che si ritorcerebbero, sì, contro di noi, ma soprattutto contro la comunità tutta e contro le idee che proclamiamo. Abbiamo delle responsabilità, in quello che stiamo facendo. E' anche per questo che combattiamo. E' anche per questo che dovresti combattere pure tu che ci leggi. Con noi.

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